martedì 8 gennaio 2013

Il re è nudo

Ho letto su Repubblica on line una bellissima intervista a Matteo Renzi che dovrebbero leggere in molti, a cominciare da quegli italiani ostentatamente snob, quelli del “sono tutti uguali, la politica è una cosa sporca, questa volta non vado a votare”, ma che poi a votare ci vanno e votano sempre il peggio del peggio, per finire a quelli che si piccano di fare politica, che prendono la tessera di un partito e il giorno dopo cominciano ad attaccare tutto e tutti all'interno di quel partito, a ignorare le decisioni o i deliberati del partito del quale hanno appena preso la tessera, magari facendo l'esatto contrario e, dopo qualche giorno ancora cambiano casacca. Matteo Renzi è un grande dirigente, una grande risorsa del PD, probabilmente il suo futuro prossimo. A parte una certa asprezza nel linguaggio adoperato qualche tempo fa e l’adozione di qualche verbo non troppo felice, Renzi sta oggi dimostrando non solo di essere un grande leader, ma soprattutto un politico leale, coerente e coraggioso che conosce e rispetta le regole della democrazia che sono alla base della vita di qualsiasi formazione politica degna di questo nome. Come Bersani ha mostrato molto coraggio nel mettersi in gioco, nell’affrontare elezioni primarie che solo il PD, il partito al quale tutti pretendono sempre di dare lezioni e di spiegare cosa va fatto e cosa non va fatto, ha avuto il coraggio di fare e che ha perso dignitosamente, dimostrando, comunque, di avere un grande seguito nel Paese e dignitosamente ne ha accettato il responso mettendosi lealmente e rispettosamente al servizio del Partito. Un grande calciatore capisce quando è il momento di stare in panchina e quando è il momento di scendere in campo, prendere in mano la squadra, diventarne il leader indiscusso, la bandiera e Matteo Renzi, come un grande calciatore, ha accettato la panchina, ma sono certo che presto sarà chiamato in campo a dare quel grande contributo che ci si aspetta da un grande talento come lui. 
In questi giorni si fa un gran parlare delle cosiddette personalità renziane che hanno abbandonato il PD per “correre in soccorso” di quello che forse presumono il vincitore o forse più semplicemente per garantirsi qualche poltrona. C’è in giro qualche stupido che rimprovera a Renzi, come una colpa, la passata vicinanza con questi individui. A mio modesto avviso questi transfughi cercavano di usarlo strumentalmente al solo fine di fare la lotta ad altri esponenti del partito, ma, evidentemente, il loro gioco non ha avuto successo. Da qui il comodo rifugio nelle liste montiane. E che le posizioni di questi signori fossero strumentali lo fa capire lo stesso Renzi quando fa riferimento a quei “quattro – cinque parlamentari che oggi agitano lo spauracchio Vendola – Fassino, ma che in passato votarono la fiducia ai governi di Diliberto e Turigliatto.” 
Dicevo dell’intervista. Il giovane sindaco di Firenze, oltre a stigmatizzare le candidature di politici “entrati in parlamento quando la Roma vinceva lo scudetto con Pruzzo e Falcao”, senza un minimo di rinnovamento (cosa che viene sempre richiesta a gran voce al PD dai suoi avversari, compresi quelli che candidano per l’ennesima volta Berlusconi) mette a nudo la demagogia di Monti che, “dopo aver aumentato le tasse per salvare l’Italia”, oggi, per vincere le elezioni, promette di ridurle. Lo stesso Monti che dopo aver ripetuto per un anno che non si sarebbe candidato, ora si candida a governare il Paese.
Bravo, Matteo, c’era tanto bisogno di un fiorentino senza peli sulla lingua che avesse il coraggio di gridare che “il re è nudo!”

giovedì 3 gennaio 2013

La politica col silenziatore

Davvero  incredibile la gaffe del premier, professor Mario Monti a Uno Mattina; una vera e propria baggianata indegna di un luminare, di un professore nientemeno che della Bocconi, l’università del celebre studente calabrese di Sergio Vastano.  Come sia saltato in mente al professor Monti, un senatore a vita, un ex premier che potrebbe tornare a fare il presidente del Consiglio dei ministri, di chiedere a Bersani di “silenziare”, ovvero far tacere la voce di Stefano Fassina, responsabile economico di un partito che si chiama, per colmo d’ironia “democratico”,  è uno di quei misteri che la mente umana non riuscirà mai a spiegarsi. Che vuol dirci il professor Monti, che il segretario di un partito può zittire chi vuole e quando vuole? Che, magari tdovrebbe tornare alle famose purghe staliniane? Che in un partito il potere di decidere quello che si può dire e quello che non si può dire dev’essere prerogativa di una sola persona? Che un iscritto, addirittura il responsabile economico non ha il diritto di esprimere le proprie idee, battersi perché si affermino e diventino programma politico del partito, salvo prendere atto di un eventuale decisione contraria delle assemblee di partito, degli organismi dirigenti, che decidano, eventualmente, che tali idee contrastano con quelle della maggioranza degli iscritti e quindi adeguarsi alle decisioni democraticamente assunte da tale maggioranza, magari continuando a lavorare lealmente perché le sue idee possano diventare in  futuro maggioranza? (Vedi Matteo Renzi, un  leader autentico).   Ma che idea ha della democrazia, dei meccanismi di formazione del consenso e del programma politico di un partito il professore Monti? Ha mai sentito parlare del libero confronto delle idee, di mediazione, di ricerca di una sintesi tra posizioni contrastanti sulla soluzione dei problemi? Ma che si vuole? Tornare allo stalinismo o all’assolutismo monarchico? Zittirebbe lui il suo sponsor più entusiasta, l'on. Casini sui temi etici, sulla modifica di quell'obrobriosa legge fecondazione assistita, sull'eutanasia e sui privilegi alla chiesa cattolica? Ne avrebbe il potere? Anche quelle sono riforme da fare o le riforme sono solo quelle che servoino a dare mazzate ai lavoratori a favore dei finanzieri e delle banche? Tremo al pensiero che ci sia qualcuno in Italia che si candida a governare il paese pensando di “silenziare” chi non la pensa come lui.