domenica 23 dicembre 2012

L'incubo

C’era da schiattare dal ridere ieri pomeriggio ascoltando il finale dell’intervista o, meglio, del solito monologo di Berlusconi che ad un certo punto ha finto addirittura indignazione  per come Giletti lo “incalzava” fingendo di alzarsi per andarsene. Dicevo che c’era da schiattare dal ridere quando l’ex premier che tutti continuano a chiamare, non si capisce perché, “Presidente” (esiste anche la figura del Presidente del Consiglio emerito? Boh?) ha raccontato un improbabile incubo che avrebbe avuto e nel quale vedeva Monti presiedere un nuovo governo con Di Pietro alla cultura, Ingroia alla Giustizia e Fini alle fogne (notare la finezza). Il PM Ingroia si affaccia solo ora alla politica e ci si affaccia, a mio modesto parere, male. A me personalmente non è piaciuto per niente il suo commento alla sentenza della Corte costituzionale quando ha definito   “politica” la decisione di dare ragione al Presidente della Repubblica nel conflitto di attribuzione perché ritengo che un magistrato non può e non debba mettere in dubbio la correttezza dell’Alta corte, ma per il resto è ancora troppo presto per giudicarlo come politico.  Fini e Di Pietro, viceversa (e da qui le grasse risate), possiamo considerarli un po’ anche creature politiche dell’ineffabile cavaliere. Fu proprio Berlusconi, infatti, nel 1993, a sdoganare l’ex segretario del MSI, partito sino ad allora considerato fuori dell’arco costituzionale e a farne poi un ministro degli Esteri in un suo governo prima e un presidente della Camera poi e fu sempre Berlusconi a offrire insistentemente un posto di ministro a Di Pietro prima che l’ex PM si mettesse in proprio e fondasse l’IDV. Chissà cosa sarebbe sucecsso se il cavaliere non gli avesse messo quella pulce nell'orecchio? Peccato che Giletti, forse ancora un po’ preoccupato che un ospite così importante se ne andasse facendogli perdere qualche decimale di audience (e anche perché si era quasi in chiusura dell’intervista monologo), non glielo abbia fatto rilevare facendoci ridere ancora di più, ma forse è stato meglio così perché ci siamo risparmiati l’ ennesima smentita. Quello che invece non ci è stato risparmiato e non ci ha fatto ridere  è stato lo spot finale su quelli per i quali si deve votare perché si sono fatti da sé e hanno creato lavoro per cinquantamila persone a differenza di tutti gli altri sfaccendati che nella vita fanno solo chiacchiere e non concludono niente. Una vera vergogna, purtroppo, per il servizio pubblico.

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